Non l'ho seguito, giornalisticamente parlando, quando vinceva ed era amato da tutti. L'ho seguito invece, per un quotidiano, quando si vedevano soltanto a sprazzi le qualità sportive che lo resero famoso. Nel 2001 e nel 2002, per l'esattezza. Non mi posso unire al coro di quelli che lo hanno inneggiato prima e abbandonato poi per poi parlarne bene, per moda. Non ho tirato fuori vecchi incontri o vecchie interviste per costruirci sopra un articolo. Non ho confessioni di Pantani da pubblicare. Ho solo un ricordo. 14 febbraio 2001. Guardavo distrattamente "La Domenica Sportiva" quando il presentatore interruppe la trasmissione per dare l'annuncio della morte di Marco. Rimasi allibito davanti alla tv. Ripensai a quelle volte che lo seguii, scrivendo dei suoi arrivi al Giro d'Italia. Poi, presi il telefono per avvertire un vecchio collega di un quotidiano forlivese il quale, dopo avermi ascoltato, rimase in silenzio per qualche secondo per poi chiedermi se ne ero sicuro. Poi, più nulla. Questo è quello che mi torna in mente ogni volta che si parla di Pantani, delle sue imprese e della sua morte: un mistero che, spero, si risolva presto.
Oggi alle 18 alla Chiesa di San Giacomo a Cesenatico si celebrerà una messa in ricordo di Panta.
Simone Feroli
foto Abc.net.au
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