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venerdì 4 aprile 2014

Sport in crisi: sceicchi? No, buona volontà


Mettiamo subito in chiaro una cosa. Non ci vuole uno sceicco, e nemmeno un magnate russo o thailandese e nemmeno americano. Ci vuole volontà. Ci vuole amore per lo sport. Ci vuole passione. Serietà. Naturalmente, servono anche denari, non necessariamente a palate.
Vedere lo sport romagnolo in crisi fa male. Fatta eccezione per il Cesena e per il Riviera di Romagna, ci sono le nostre piazze, le nostre squadre che piangono.
Ultima, il Basket Cervia che quasi certamente ripartità dal settore giovanile. E' importante investire sui giovani, naturalmente, magari per avere in casa atleti futuribili. Di più, i settori giovanili devono essere la linfa delle prime squadre. Ma vedere il Ravenna tra i dilettanti, il Forlì ed il Rimini in Seconda Divisione, il Basket Ravenna o la FulgorLibertas Forlì non essere nei campionati di vertice, così come la Volley Forlì, fa male. Per non parlare della Volley 2002 Forlì, retrocessa in serie A2 dopo diciannove sconfitte su venti partite.

Ci vorrebbero investimenti. Ma, ripeto, non necessariamente uno sceicco, un magnate russo, thailandese o americano. Per carità, ben vengano investitori stranieri, seri. Ci vuole volontà. Serietà, appunto. Ci vuole amore per lo sport. Ci vuole passione. Naturalmente, servono anche denari, non necessariamente a palate. Ci vorrebbe un'amministrazione che, facendo i conti con la crisi, faccia in modo che diverse realtà imprenditoriali del territorio locale e, perché no, regionale, si abbraccino e si stringano intorno allo sport. Lo sport di livello fa sì che anche le realtà minori ne possano trarre beneficio.

Un signor X od un signor Y che decidano di investire nello sport - nella costruzione della rosa ma anche nelle attività collaterali come impianti sportivi, attività commerciali e merchandising - potrebbero rilanciare lo sport della nostra Romagna. Sfruttando aree di lavoro - appunti le attività collaterali - che sarebbero appetibili per ulteriori potenziali investitori privati. E gli investimenti porterebbero maggiore attenzione verso la città. Che, oltre ai musei, avrebbe un altro polo di interesse per potenziali turisti. Partita, giro nelle attività commerciali intorno all'impianto sportivo, giro in città anche per visitare le aree di interesse storico, acquisti. Senza dimenticare i lavoratori impiegati, lavoratori che dovranno essere assunti creando opportunità. La città stessa, così, acquisterebbe il lustro che si merita. E allora, perché accontentarsi? 

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