SM - Basket, coach Liberti sul ruolo dell'educatore

Basket: Condividiamo con piacere questa interessante e accorata riflessione di coach Luca Liberti, allenatore di U16 Elite e U18 Elite, sul ruolo dell'allenatore ed in generale dell'educatore.

L'obiettivo principale per chi opera con i giovani è il loro sviluppo, la loro formazione, e va perseguito prima di ogni altro intento.
Anche per questo motivo trovare l'onestà e l'equilibrio per commentare le prestazioni di ragazzi di 16-18 anni è sempre un dilemma. Per carità, ci son cose nel quotidiano di ben altra importanza e l’allenamento con gli Special Crabs della primavera scorsa, ad esempio, è stato un bel richiamo alla realtà.
Ma tant’è: io vengo da una generazione e da una famiglia per le quali qualsiasi cosa intraprendessi andava fatta al meglio, onestamente e con fatica e impegno.
E qui sta il dilemma.
Ringraziare questi ragazzi per l'impegno, la costanza, l'amore per questo sport, in un contesto sociale in cui dover lottare per aver qualcosa non è affatto scontato e in un ambiente sportivo in cui si parte dal minibasket per arrivare ai 18 anni senza far reclutamento (anzi spesso perdendo i pezzi migliori a favore di altri club), a costo di sacrifici personali perché la scuola invece di incentivare chi pratica una disciplina, vede lo sport come antagonista dello studio?
Oppure “incazzarsi” per la mancanza di quello che i sudamericani chiamano "garra”, quella "tigna" che si deve avere anche per le piccole cose, anche per una sfida ai tiri liberi?
O perché il ragazzo che ha giocato "solo" 10 minuti, oltretutto male, rifiuta l'allenamento del giorno dopo? O ancora imbestialirsi perché chi doveva essere pronto fisicamente alla ripresa dell'attività, si ripresenta con gli stessi malanni, e a novembre non è ancora a posto?
I latini dicevano che la verità sta nel mezzo, ma per me, estremista da sempre, è un fuoco che brucia dentro in continuazione.

Luca Liberti

Ufficio Stampa

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