Unieuro Pallacanestro Forlì 2.015: Non delude l’atteso derby tra Crabs Rimini e Unieuro, il match che riportava le due città romagnole, acerrime nemiche sul piano cestistico, nuovamente contro sui legni del Flaminio, lì dove vent’anni fa Forlì fece il colpo della vita prendendosi una formidabile promozione in A1.
E’ decisamente di taglio diverso la posta in palio, nella circostanza: ma resta – e resta tutta – l’impressione che partite come queste, cariche di campanile e rivalità, vadano annovarate tra le poche àncore cui la pallacanestro italiana possa e debba aggrapparsi per non naufragare nel mare della noia e della subalternità al Dio Calcio. Partite che, a discapito di una terza serie, rasentano le 2.500 presenze, con 700 ospiti scatenati, tifo da categorie superiori e squadre stra-motivate dal clima intorno a loro. Certo, con l’effetto collaterale di qualche incidente (per fortuna di lieve entità) tra le opposte fazioni, a margine di una domenica in cui il piano sicurezza ha funzionato ottimamente dentro al palasport e con qualche sbavatura all’esterno (auguri di pronta guarigione, in ogni caso, all’agente di Polizia rimasto contuso in una colluttazione da parte di Unieuro Pallacanestro Forlì 2.015).
Il 9° successo consecutivo, necessario per tenere il passo di una Cecina vincente anche in casa con San Miniato (prossimo avversario forlivese) e di una Piacenza che riprende a marciare a Faenza, arriva con fermezza e determinazione, al termine di un derby vissuto da Garelli con le mani ben salde sul volante. A discapito di una settimana a fare i conti con il virtus intestinale di gran moda a Forlì, l’Unieuro sta avanti dal primo all’ultimo minuto. Ma lo fa contro una Rimini che non sta certo a guardare e resterà per tutta la sera – con alterne fortune e conseguenti distacchi – in scia della Pallacanestro 2.015. Senza peraltro fornire mai la sensazione di poterla capovolgere: certo, il canestro annullato su rimbalzo offensivo e conseguente canestro di Panzini al tramonto del 3° periodo (ci stava il 2+1 e Rimini da -6 sarebbe andata forse -3, ma gli arbitri interpretano il fallo prima del tiro e non se ne fa nulla) manda in bestia i Granchi, ma resta la sensazione che Forlì non potesse davvero perderla.
Chiarendo sin dal principio chi comanda (buon avvio di Pederzini e Arrigoni), l’Unieuro schizza avanti e si dimostra preparata a gestire gli annunciati grovigli difensivi, marchi di fabbrica del coach bulgaro Mladenov, pur chiudendo senza capitalizzare a dovere il primo quarto “solo” a +6. Nel secondo frangente sale in cattedra Pignatti e soprattutto emergono le difformi qualità delle seconde linee (35-14 a favore della Pallacanestro 2.015 i punti finali conferiti dalle rispettive panchine): se da un lato Garelli cala gli assi di Bonacini e Rombaldoni (entrambi alla miglior prova in maglia forlivese, col veterano marchigiano magnetico Mvp della serata) oltre al solito proficuo Arrigoni (pur febbricitante fino a sabato sera), sull’altro fronte il collega riminese pesca scarsa personalità e molti pasticci dai vari Meluzzi, Baric, Crotta, persino dallo spauracchio della vigilia Chiera: il risultato è una Forlì che s’invola +14 all’intervallo lungo.
Crabs padroni del terzo periodo: ad altezza 25′ Vico (prova senza picchi ma nell’arco del match le rasoiate intermittenti dell’argentino fanno male) sembra mandare i depressione Rimini (-15), che al contrario si rianima: Panzini ha un sussulto, Crotta mette un paio di cesti antidiluviani, Tassinari addirittura la tripla del -6, poco dopo l’applauditissimo ex (al contrario di Foiera, tramortito di fischi e lazzi) sgancia senza fortuna la tripla del -4, prima durante o dopo il discusso canestro annullato a Panzini. Morale: i padroni di casa perdono l’attimo, Rombaldoni è un killer spietato nel giustiziarli. Ultimo periodo con Forlì che si installa in abbondante doppia cifra di vantaggio, veleggia in controllo grazie ai vividi Vico e Bonacini e s’innalza a +18: l’evanescente Romano con la tripla a 13″ dice che 15 possono bastare. Sipario.
Forlì può far festa coi suoi tifosi, Rimini ha un Mladenov incavolato col mondo intero a fine partita (in sala stampa parlerà inglese pur essendo in possesso di un buon italiano: mah) e ora deve fare i conti con una zona playoff sempre più sfuggente.
Ufficio Stampa
foto Facebook.com/pallacanestroforli2015
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