Stopper classe 1953, nato a Mosciano Sant'Angelo in provincia di Teramo, Arcadio Spinozzi - Spina per gli amici - in carriera ha indossato le maglie di Sambenedettese, Angolana, Verona, Bologna, Lazio, Reggina e l'Aquila. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, l'ex difensore si è seduto in panchina. Prima al Molfetta, poi alla Santegidiese, tre anni come allenatore della Primavera dell'Udinese, a Perugia in serie A al fianco di Vujadin Boskov e, ultima esperienza, con i ghanesi dell'Asante Kotoko nel 2000. In mezzo, due stagioni come osservatore della Juventus. Senza dimenticare Il 15 aprile 1978. Il disastro della Freccia della Laguna, incidente ferroviario in cui perserso la vita decine di persone e molte altre rimasero ferite. Spinozzi era là, su quel treno, insieme ai suoi compagni di squadra del Verona. Uno smottamento causato dalle forti piogge: il treno che attraversa i binari e finisce nel senso opposto. Un altro treno che sbuca dalla galleria....
Ora Spinozzi è a casa. E risponde alle nostre domande. Spinozzi, uomo vero in un calcio che si è voluto dimenticare di lui.
La tua carriera ti ha visto indossare diverse maglie ma, leggendo il tuo libro più recente, "Una vita da Lazio", si nota che sei rimasto legato soprattutto ai capitolini, nonostante alcuni problemi avuti con la società. Come te lo spieghi questo legame?


"Ho avuto contrasti durissimi alla Lazio con Luciano Moggi e con Antonio Sbardella. Il dirigente con quale ho legato di più, invece, per il modo di comportarsi, per aver mantenuto le promesse anche se fu costretto ad andar via è Giorgio Chinaglia. Lui con me è stato sempre leale, quello che mi ha promesso e detto lo ha sempre mantenuto, personalmente potevo contare su di lui".
Qual é il compagno di squadra che ricordi con maggiore affetto?

Qual é il giocatore più forte col quale hai giocato?
"Per più forte parlo di mezzi, di qualità tecnico-atletica: Sergio Gori, Emiliano Mascetti, Vincenzo D'Amico e Bruno Giordano".
Sei rimasto in contatto con qualche tuo ex compagno di squadra?
"Sento qualcuno, anche negli ultimi tempi mi sono stati abbastanza vicini - ho problemi fisici - Renato Miele, Vincenzo D'Amico, Renzo Garlaschelli: sono queste le persone a cui sono legato e che sento non dico spessisismo ma con le quali riesco ancora ad essere a contatto".
Nel calcio di oggi, c'è un giocatore nel quale ti rivedi?
"Ti confesso che dai fatti di Calciopoli non ho più seguito il calcio anche perché mi sono costituito parte civile nel processo di Roma e di Napoli e quindi sapendo come stavano le cose e visto che a Roma hanno chiuso i procedimenti con verdetti 'salvatutti', da quel momento ho deciso di non seguire più le vicende calcistiche".
Questa risposta ha 'stoppato' ogni nostra domanda sul calcio in generale e sul calcio romagnolo.
Cosa ti viene in mente se ti viene ricordata la data 15 aprile 1978?

Attualmente, di cosa ti occupi?

In bocca al lupo, Spina, uomo vero dentro e fuori dal campo.
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