expr:class='"loading" + data:blog.mobileClass'>
Periodico giornaliero sportivo - Autorizzazione del Tribunale di Forlì - Registrato al n° 3309 della Cancelleria

Editore e Caporedattore: Simone Feroli
Direttore Responsabile: Roberto Feroli

Cerca nel blog

martedì 28 giugno 2016

ESCLUSIVA - L'Onorevole Di Maio a ruota libera: "Ho un rapporto molto intenso con lo sport"

Abbiamo avuto la fortuna di poter intervistare l'Onorevole Marco Di Maio. Poco amante dei riflettori, con l'Onorevole abbiamo parlato a 360° di sport.
Di lei si sa poco, perché non le piace apparire: ci racconta qualcosa su Marco Di Maio?
"Ha ragione, ma c'è un motivo: credo che la vita privata di una persona, anche se ricopre un incarico pubblico, debba rimanere tale. E' una questione caratteriale, ma anche di stile. La sobrietà è un valore, non solo a parole. Comunque sono nato il 30 ottobre 1983 a Forlì, dove vivo e risiedo da sempre, anche ora che sono - da poco - sposato".

Perché ha scelto di dedicarsi alla politica?
"Perchè è una passione che ho fin dalle elementari e perchè ad un certo punto, senza mai abbandonare il mio lavoro, ho pensato che non bastasse lamentarsi delle cose che non funzionavano e occorresse mettersi in gioco. Non ho mai pensato che da quel momento sarebbe iniziato un percorso che, attraverso molti ruoli di rango inferiore che prima ho ricoperto, mi ha portato fino in parlamento".
Il rapporto tra Marco Di Maio e lo sport.
"Un rapporto molto intenso. Ora più da spettatore che da praticante, ma in passato (con più tempo libero a disposizione) anche da praticante. Ne seguo moltissimi, tanto che vi risparmio un elenco di quelli su cui cerco di rimanere aggiornato perchè sarebbe lunghissimo. Nel cuore più di tutti ci sono il ciclismo e il tennis".  
Lei è anche giornalista: mediaticamente parlando, qual é stata la notizia sportiva, secondo lei, più importante a livello romagnolo?
Non perchè sono di questa città, ma pensare che solo 12 mesi fa il basket di vertice a Forlì sembrava morto e sepolto e a distanza di meno di un anno ha saputo non solo rialzarsi, ma riconquistare la serie A, mi sembra una storia straordinaria. Frutto delle capacità della squadra, del coraggio dei dirigenti e degli sponsor, della tenacia dei tifosi che non hanno mai smesso di crederci.   
La Romagna è da sempre terra di sport anche se, dai tempi di Marco Pantani, non c'è un grande campione che sappia veramente attirare il pubblico: secondo lei questo a cosa è dovuto?
"Di personaggi come Pantani, il più grande "amore sportivo" della mia vita, ne nasce uno ogni 60 anni. L'importante è non smettere mai di investire sui vivai giovanili, in ogni disciplina". 
L'idea generale è che sullo sport si investa sempre meno delle aspettative: è vero o no?
"Le risorse pubbliche sono aumentate; mentre sono in notevole calo gli investimenti privati, sia per gli effetti della crisi economica che per via - occorre essere sinceri - di una maggiore attenzione del fisco alle fatturazioni gonfiate che troppo spesso in passato hanno indebitamente gonfiato i fatturati delle società e 'drogato' il mercato dei giocatori".  
A volte, in Parlamento, arrivano interrogazioni che toccano fatti sportivi: secondo lei è giusto che la politica intervenga anche in questioni del mondo dello sport come ad esempio il rigore non dato alla Roma o fatti simili?
"Interrogazioni di questo tipo mi sembrano inutili, inefficaci e ridicole. Altra questione è agire sulla "politica sportiva", ovvero sulla promozione dello sport, sugli investimenti negli impianti, sull'educazione alla pratica sportiva".  
Il doping è una piaga che colpisce sempre più spesso: a suo avviso come si può risolvere il problema?
"Il problema non sarà mai risolto per sempre, perchè ha a che fare con il contesto sociale in cui viviamo. La vera battaglia è culturale: non può passare il concetto, anche a livello giovanile e amatoriale, che fare sport è utile solo se si vince, se batti il tuo avversario, se appari forte. Quando facevo ciclismo, più di una volta mi sono imbattuto in cicloamatori che mi chiedevano come poter migliorare le proprie performance attraverso qualche medicinale. Lo sport è vita, è salute, è benessere per se stessi e per chi ci sta intorno".  
Sport e violenza, un binomio terribile: come si può risolvere?
"La violenza nello sport riguarda soprattutto il calcio e, in minima parte, qualche altro sport. Primo: vietare l'accesso a qualsiasi manifestazione sportiva a chi si rende protagonista di queste violenze. Secondo: far pagare i danni prodotti da questi atti, alla squadra di appartenenza. Terzo: addebitare il costo per la tutela dell'ordine pubblico negli stadi alle squadre ospitanti. Anche questo è un fenomeno legato al contesto sociale in cui viviamo, ma norme più severe (alcuni passi in questo senso li abbiamo fatti) possono aiutare a limitare questi episodi".  
Le squadre romagnole, a parte qualche eccezione, stentano: secondo lei a cosa è dovuto?
"Nelle sport come nella vita ci sono fasi altalenanti. La Romagna è una terra che esprime squadre di alto livello in molti sport e di buon livello in altri. Non credo che lo sport di vertice romagnolo stia vivendo una fase di crisi. Certo, c'è stata una stagione, qualche anno fa, in cui abbiamo potuto godere di grandi investimenti che poi si sono rivelati strumentali alle esigenze (anche fiscali) di chi li faceva. Se per stare al vertice serve questo, meglio stare una categoria sotto e non generare illusioni".  
Ha mai praticato qualche sport?
"Tantissimi: ciclismo, calcio, calcio a 5, golf, nuoto, tennis, sci alpino, sci di fondo. A livello agonistico solo il ciclismo".  
Impegni permettendo, segue lo sport in tv?
"Sempre, quando posso. Credo anche che la Rai dovrebbe tornare a investire di più sullo sport, prendendo esempio da quanto sta facendo Sky, che ormai sovrasta la tv pubblica per la qualità e le modalità con cui è in grado di coprire gli eventi sportivi. Dal piccolo al grande". 
Al di là delle squadre romagnole, per quale compagine fa il tifo?
"Fin da piccolo, unico in famiglia, sono del Milan. Confesso, però, che negli ultimi anni ho seguito poco a malvolentieri la serie A di calcio".  
Una previsione: chi vincerà il Campionato Europeo di calcio?
"Beh, dopo la partita contro la Spagna, il cuore mi dice una cosa sola: l'Italia".

Simone Feroli
foto Facebook.com/DiMaioMarco

Le "Quattro chiacchiere con..." già pubblicate

Nessun commento:

Posta un commento

Ci riserviamo il diritto di non approvare o di cancellare i commenti che:
contengono linguaggio volgare, attacchi personali di qualsiasi tipo o commenti offensivi rivolti a qualsiasi gruppo etnico, politico o religioso;
contengono spam o link a siti esterni; sono palesemente fuori tema; promuovono attività illegali;
promuovono specifici prodotti, servizi o organizzazioni politiche;
infrangono il diritto d'autore e fanno uso non autorizzato di marchi registrati.