FO - Calcio, parla Melandri: "Caro Forlì, aiuterò il Parma a risalire. E se segno esulto"

Daniele Melandri: Cinquanta gol in quattro stagioni e mezzo con la maglia del Forlì, secondo miglior marcatore della storia biancorossa. Dopo la retrocessione dei Galletti in serie D, l'addio - dopo quello sfiorato a gennaio quando saltò il suo trasferimento alla Spal - ed ora una nuova avventura con una maglia pesante, ovvero quella del Parma Calcio 1913.
La società crociata, nata in estate dopo il fallimento del Parma Fc, vuole risalire tra i professionisti e per farlo si è affidata ai piedi di Daniele Melandri. Piedi che si sanno muovere.
Piedi che, uniti ad una tecnica sopraffina, ne fanno uno tra gli attaccanti più temuti della categoria. Un suo gol in amichevole è stato segnalato, tempo fa, come tra i migliori del mondo da Eurosport.

Duttile in campo, taciturno fuori dal rettangolo di gioco, chissà cosa penserà il Micio quando vedrà davanti a sé undici ragazzi che indossano la casacca biancorossa, la sua casacca fino a pochi mesi fa, il 18 ottobre prossimo in occasione di Parma-Forlì.

Dopo aver contattato il gentile e cordiale ufficio stampa della società gialloblu nella persona di Gabriele Majo, abbiamo intervistato in esclusiva il Micio. E' la seconda volta per SportinRomagna: la prima avvenne qualche tempo fa, più precisamente il 23 luglio, quando sempre in esclusiva, riuscimmo a scoprire la sua chiacchierata con gli emiliani, chiacchierata che si trasformò poco dopo in un accordo.

Come procede la sua esperienza nel Parma?
"Mi sono inserito bene, mi trovo bene con  la squadra e anche in città. Inoltre sto giocando con continuità. Sono all'inizio ma è tutto positivo".
Quanto pesa la maglia gialloblu?
"Conosciamo la storia di queta società e quanto ci tengano la nuova società e tutti i tifosi a tornare nel calcio che conta. Indossare la maglia del Parma non è un peso ma è un onore".
Com'è il suo rapporto con un giocatore guida come il capitano Alessandro Lucarelli?
"Il capitano è una grandissima persona, si è inserito subito bene e ci ha trattato nel modo migliore. E' molto simpatico e disponibile con tutti"
Cosa le piace di più del Parma?
"Stadio e tifoseria: giocare in casa con undicimila persone èveramente bello. Oltre al "Tardini" mi piace anche il centro sportivo: non ci manca davvero niente, a parte la categoria sembra di essere in serie A".
Il 18 ottobre ci sarà la sfida col Forlì: emozionato?
"Ci sono tante sfide nella mia zona: prima pensiamo alla Ribelle, poi penseremo al Forlì. Certo è che mi farà piacere incontrare vecchi compagni e la società".
C'è stato un momento, in estate, nel quale sarebbe potuto rimanere a Forlì?
"Non ho avuto modo di rimanere a Forlì. Una volta retrocessi non ho sentito più nessuno della società. Da parte loro non ci sono state chiamate e quindi sono stato "costretto" a guardarmi intorno. Non escludo che sarei potuto rimanere come no. Anche una chiamata per dirmi non ti vogliamo più ci stava, ma non mi stupisco perché ormai nel calcio non c'è riconoscenza, voglio pensare a quest'anno senza rancore a far bene al Parma e contribuire alla sua scalata verso il professionismo".

Se dovesse segnare, esulterà?
"Penso di si, giochiamo in casa nostra e sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei miei tifosi. Non farei certamente un'esultanza strana, ma segnare ed esultare penso sia normale. Magari a Forlì non esulterei, ma non so: prima bisogna segnare, poi si vede". 
Infine, un saluto ai tifosi biancorossi
"A Forlì mi sono trovato subito bene con i tifosi, mi sono sempre stati vicini e mi hanno voluto bene. Ho sempre dato tutto per la maglia, credo che non ci sia niente da contestarmi. Li saluto con affetto, sarò felice di rivederli, sperando che mi accolgano con gli applausi".

Simone Feroli
(Si ringrazia Matteo Tartaretti per la collaborazione)

foto Facebook.com/parmacalcio1913

Votateci come blog dell'anno: c'è tempo fino a dicembre 2015!