Marco Pantani: Ivan Zazzaroni (nella foto Deejay.it) torna a parlare con il nostro blog dopo quasi un anno. E lo fa per parlare di Marco Pantani (nella foto Zimbio.com). Lui che sul Pirata ha scritto due volumi insieme a Pier Bergonzi e a Davide Cassani, "Vai, Pantani!" e "Pantani, un eroe tragico".
Lo abbiamo interpellato e lui, come sempre, è stato gentile e schietto, come nel suo stile. Riportiamo integralmente le sue risposte, senza eliminare quella all'ultima domanda che gli abbiamo posto, anche se il noto giornalista non l'ha per nulla gradita.
In quale occasione hai conosciuto Pantani?
"In più di un'occasione. Ricordo quando lo invitai al Guerin d'oro al Manzoni di Milano, era premiato insieme a Ronaldo e Baggio. Altri incontri occasionali, in seguito, e uno singolare: gli indicai un bravissimo chirurgo modenese poiché Marco desiderava "aggiustare" le orecchie a sventola, un suo cruccio. Si sottopose all'intervento, andò bene ma non benissimo, almeno inizialmente".
Che rapporto ti legava a lui?
"Direi l'amicizia comune con Manuela Ronchi, la sua agente di allora e per un po' anche la mia. Le confidenze di Manuela, ecco".
Che idea ti sei fatto su quanto accaduto a Madonna di Campiglio?
"La stessa che mi feci su Maradona a Usa 94. Lo beccarono sapendo di poterlo fare per comprometterlo. In quel momento serviva sbattere il mostro in prima".
Quale idea hai sulla sua scomparsa? E' attendibile la versione ufficiale? Secondo te c'è qualcuno che sa come sono andate le cose, sia a Madonna di Campiglio che quella tragica notte a Rimini ma non vuole parlare?
"Ho troppo rispetto per la memoria del Panta e non intendo espormi su questo punto".
Cosa ti ha spinto a scrivere due volumi sul Pirata insieme a Pier Bergonzi e a Davide Cassani?
"La sua vita era un romanzo già scritto, c'era dentro di tutto, caduta, rinascita, amore, morte, miracoli, imprese, droga: bastava soltanto riordinarne alcune pagine, la scansione. Pier e Davide lo conoscevano in modo più approfondito, era necessario lavorare con loro. Il nostro desiderio, quello di raccontarne prevalentemente la parte positiva".
Pantani era un eroe? Chi era veramente?
"Era un campione, eroiche solo alcune imprese".
Si conosce il Pantani atleta: com'era il Pantani uomo?
"Introverso, con molti complessi alcuni dei quali superati con la popolarità, talvolta eccessivo come tutti gli introversi".
Pensi a Pantani e la prima cosa che ti viene in mente è...
"La notte in cui lo seppi. Era a una festa da amici. La prima telefonata fu a Roberto Baggio. Mi disse: Me lo aspettavo".
In carriera il Pirata ha vinto poco rispetto ad altri ciclisti eppure ha conquistato i cuori degli italiani: qual é il motivo a tuo parere?
"Era speciale e la gente ne percepiva l'eccezionalità. Un po' come lo stesso Baggio".
Cosa farebbe ora Pantani?
"Brutta domanda".
Simone Feroli
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lunedì 14 settembre 2015
ESCLUSIVA - CE - Ciclismo, Zazzaroni su Pantani: "Volevano sbattere il mostro in prima pagina"
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