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mercoledì 12 ottobre 2016

Basket, un giovane ha perso la vita sul campo. Per risparmiare

Basket: Eugenio Rossetti è morto. Sedici anni. Stava giocando, con la casacca di Trieste, una sfida valida per il campionato Under 20 Eccellenza fra NBB Brescia e Basketrieste. Ha chiesto il cambio durante la partita. Sentiva dolori al petto. E' stato colpito da un infarto. Una volta uscito, si è accasciato al suolo. Ha perso conoscenza. Trasportato in ospedale, non si è più ripreso ed è spirato. Era stato colto da un infarto.
Ancora una volta, un tragico fatto durante un evento sportivo. Un intervento tempestivo può, a volte, salvare un vita.
Dall'11 gennaio di quest'anno sarebbero dovuta entrare in vigore la legge che obbliga la presenza di un defibrillatore negli impianti sportivi. Poi, la data è stata posticipata al 30 novembre.
Ci sono tanti tipi di defibrillatori. Il più comune e semplice da utilizzare è il Dae, ovvero un defibrillatore semi automatico. Ti dà indicazioni tramite una voce elettronica. Quando agire e cosa fare. Può costare intorno ai 1200 euro. Una cifra abbordabile anche per le società sportive che non hanno grandi disponibilità economiche. Basta farselo pagare da uno o più sponsor.

Ora su tutti i campi verrà osservato un minuto di silenzio in memoria di Eugenio Rossetti. Lo ha deciso Sandro Petrucci, presidente della Fip, Federazione Italiana Pallacanestro. Un gesto che farà sicuramente piacere alla famiglia e agli amici del ragazzo. Ma tutto questo probabilmente si poteva evitare.

Il ragazzo, un altro ragazzo è morto. Eppure, chi decide di sport pare che non abbia bene in mente cosa può accadere se, in caso di bisogno, non è presente un defibrillatore. Nessuno, per legge, dovrebbe obbligare le società sportive ad acquistare un defibrillatore. Dovrebbero essere le società stesse a comprarlo. Ma, nel mondo sportivo di casa nostra c'è ancora qualcosa da sistemare. Cominciando a togliersi le bende dagli occhi e a guardare in faccia la realtà.

Simone Feroli


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