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lunedì 21 marzo 2016

FO - Basket, Pallacanestro Forlì 2.015: la "sparuta minoranza" e le conseguenze di un ko nel derby

Unieuro Pallacanestro Forlì 2.015. Tanto tuonò che piovve. La sconfitta sul filo del rasoio davanti ai quasi 2500 spettatori del "PalaFiera" contro i Crabs Rimini di ieri ha fatto scoppiare il bubbone tra i tifosi dell'Unieuro. Nonostante la prima piazza in classifica mai messa in discussione, una Coppa Italia appena entrata nella bacheca intonsa della società nata in estate dalle ceneri di Lugo e le sole quattro sconfitte in 26 partite e, non va dimenticato, un primo posto che non garantisce la promozione in serie A2 ma solo un miglior piazzamento nella griglia playoff (Ha senso arrivare primi senza essere promossi? No).
Certo, perdere un derby ti fa vivere quella sensazione fastidiosa da sabbia nel costume, ma la sconfitta interna con Rimini ha fatto eruttare fin troppo la tifoseria forlivese che mal digerisce la serie B ma fa di necessità virtù in attesa di tornare in serie A a patto che ciò accada in un solo campionato. Sulla graticola inevitabilmente è finito coach Gigi Garelli e la sua presunta incapacità di gestire i  momenti topici delle sfide nonché la società che non avrebbe sopperito in maniera adeguata agli infortuni, giocatori che avrebbe dovuto, dicono i tifosi, cercare e portare a Forlì lo stesso Garelli. Una parte della tifoseria predica calma, un'altra sembra aver terminato la pazienza in una gara frenetica - perdonatemi il francesismo - a chi fa pipì più lontano. Critiche mosse da qualche settimana, quando gli scricchiolii iniziavano a farsi sentire, ora con la sconfitta nel derby è venuto tutto prepotentemente alla luce.
Mancano quattro giornate alla fine della regular season ma qualcuno con la memoria corta - cosa accadde la scorsa stagione alla FulgorLibertas? -, interpretando i fondi del caffé, presagisce una conclusione nefasta per la stagione della Pallacanestro Forlì 2.015, sperando in cuor suo di poter dare di gomito al suo vicino di posto per dire "te l'avevo detto", dimenticandosi per un istante che un altro anno di serie B toccherà anche a lui, tifoso di una squadra nata da poco ma che tutto sommato non si sta comportando malaccio. D'altronde c'è poco da fare: se non si vuole soffrire occorre essere tifosi del Barcellona, altrimenti maalox a sorsate e via che si parte.
Generalmente, per raggiungere un obbiettivo, si rema tutti nella stessa direzione. Altrimenti si rischia di andare a fari spenti contro un camion. Chi paga ha il diritto di contestare, ma non è meglio farlo a bocce ferme? Lo psicodramma sportivo è appena iniziato, la "sparuta minoranza" di lotitiana memoria spera in un tracollo, gli altri non vedono l'ora di rivedere al "PalaFiera" la serie A.
Senza dimenticare che si parla sempre di sport e non di vita o di morte. 

Simone Feroli

La voce dei tifosi di Anna Mazzotti

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