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martedì 8 settembre 2015

IL PUNTO di Simone Feroli - Cominciano i piagnistei...

Piagnisteo, come spiega il dizionario della Treccani, è un "pianto continuato, lamentoso, specialmente di bambini". O anche un "discorso pieno di lamentele e deplorazioni prolungate o suppliche insistenti e fastidiose". Oppure "espressione di rammarico, di recriminazione, di rimpianto". Un vizio tutto italico, quelo del piagnisteo.
Quando vennero ufficializzati i gironi di serie D partirono i piagnistei: "vincerà il Parma, lo faranno vincere". Ma non solo. Dopo la prima giornata, con i ducali che hanno espugnato il campo di Arzignano grazie ad un penalty, "gli hanno regalato il rigore". Il fatto che le partite della squadra di mister Luigi Apolloni vengano trasmesse in diretta su Sky, non aiuta. "Perché loro si e noi no?", invece di pensare di approfittarne quando il calendario proporrà la sfida con gli emiliani.
Sono solo scuse. Perché? Il motivo è semplice. Prima di tutto, a guardare in casa degli altri si corre il rischio di distrarsi. Due, bisogna guardare sempre in casa propria, concentrarsi sulla propria strada e poi alla fine tirare le somme. Inutile lamentarsi dei presunti favori concessi alle avversarie. L'obiettivo deve essere sempre e solo quello di fare un gol o un punto in più degli avversari. Se sei forte, vinci. E non ci sono scuse. Se hai più convinzione degli avversari, stai certo che raccoglierai i frutti. Altrimenti è bene fare un esame di coscienza, puntando il dito contro sé stessi e non contro gli altri. Nel fallimento il primo responsabile sei tu.
Qualche anno fa Zdenek Zeman, allora allenatore della Roma, al termine di un derby perso spiegò che la colpa fu della pioggia caduta durante la partita, senza raccontare che i suoi per tutta la sfida non toccarono quasi mai il pallone. Lo sport è scientifico: maggiore qualità, maggiore grinta, maggiore voglia uguale a vittoria.
Generalmente i piagnistei li fanno quelli che vogliono mettere le mani avanti: "sappiamo di essere inferiori e ci lamentiamo, non si sa mai". Bene, lasciate perdere lo sport e dedicatevi ad altro.
Le squadre blasonate che ripartono dal basso sono sempre guardate con odio sportivo: basta pensare alla Florentia Viola o Fiorentina -, al Napoli, alla Juventus...ora il testimone passa al Parma.
Come disse una volta Julio Velasco - uno che qualcosina, in carriera,  ha vinto -, "chi vince festeggia, chi perde spiega". Decisamente meglio festeggiare, no?
Simone Feroli

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