Asd Scatenati: Valerio Magnani fa parte degli Scatenati dalla fine della stagione
2013. Pensionato da un anno, si divide fra le tre attività di casalingo,
contadino e - ovviamente - di ciclista. Si definisce un agonista nato e
non molla mai. È alto 170 centimetri per un peso forma di 62
chilogrammi ed è uno scalatore puro. Per questo ama le prove dure e
porta nel cuore le sue vittorie sulle grandi montagne.
Valerio, come è nata la tua passione per il ciclismo?
Ho iniziato incidentalmente, in seguito a interventi a un ginocchio
dovuti a infortuni calcistici. Obbligato a far riabilitazione, acquistai
una city bike che usavo lungo il percorso casa-lavoro di 30 chilometri.
Lungo la Via Emilia incontravo i ciclisti veri e davo battaglia con i
sandali ai piedi. Poi piano piano mi sono appassionato e ho partecipato a
un paio di cronoscalate riuscendo a batterne qualcuno, anche se
pedalavo con le scarpe da ginnastica.
Di che anni parliamo?
Era la fine degli anni Ottanta. Con le gare ho cominciato più tardi,
10-12 anni fa, con 3-4 mediofondo e cronoscalate all'anno. Poi mi
comprai la bici nuova e iniziai a pedalare più seriamente. A livello di
allenamento non ho preparatori e non uso tabelle, ma mi baso
sull'esperienza, parlo con gli altri e mi informo leggendo. Uso un
minimo di criterio ma vado a sensazioni, soprattutto l'inverno: inizio
piano piano poi faccio della gran salita perché è lì che mi diverto.
Come sono cambiate le cose con l'età?
La cosa penosa è che ci si illude di poter rimanere giovani. Il
rischio è - bonariamente - quello di rendersi ridicoli. Oggi mi alleno
di più. Se anche faccio tante cose, posso andare in bici molto di più di
quando lavoravo: prima facevo 7000 chilometri all'anno mentre nel 2014
ne ho fatti 24000. Io posso dire di andare più forte adesso di 10 anni
fa, ma il tempo passa. Cambia il recupero, quindi ora uso integratori
che prima mai avrei pensato di usare. Poi avvicinandosi ai 60 il
successo è mantenere le posizioni nella sfida con i pari categoria e
anche con i più giovani, specie sulle salite qui in zona.
E oggi cosa significa per il ciclismo per Valerio Magnani?
Mi rendo conto che è una parte forse anche troppo importante della
mia vita. Vado in bici 6-7 volte a settimana, poi però soffro la
tensione, lo stress. La testa dice che devo pensarci meno, ma poi mi
accorgo di fare l'opposto. Sia chiaro che mai ho inveito contro qualcuno
o sgomitato per entrare in griglia. Non siamo professionisti,
l'importante è esserne consapevoli. Non possiamo definirci corridori: io
dico che vado in bici e vado forte in salita, non di essere un
corridore. Vorrei fosse chiaro questo: è un gioco. Non ci si deve
prendere troppo sul serio e aver delle pretese nei confronti delle
società e degli organizzatori.
Hai un campione di riferimento?
Quando c'era, era Pantani: mi ha dato grandissime emozioni. Ora mi
piace molto Contador per i grandi giri. Io sono sempre all'attacco e lui
è uno dei pochi che non si risparmia.
Insomma ti ci riconosci?
Sì, un po' mi ci riconosco.
C'è un personaggio che per te - come ciclista - è o è stato determinante?
In realtà nessuno, io sono un solitario. Anche per gli allenamenti
raramente esco con altri o con la squadra. Abito un po' fuori zona
rispetto al nucleo forte di Meldola e Forli e a volte non ci vediamo per
mesi. Ma conosco tanta gente.
Qual è il tuo rapporto con gli avversari?
Negli ultimi due o tre anni mi è sempre andata particolarmente bene,
alla perfezione. Mai avrei pensato che avrei vinto tanto. Ci sono 5-6
avversari a livello nazionale - nella mia categoria, s'intende - che
quando ci incontriamo mi danno dei minuti. Con altri si vince e si
perde. Ma non è questo che importa. Per esempio, quest'anno alla GF
Davide Cassani ho vinto la mia categoria ma non mi sono divertito. Alla
GF Selle Italia di Cervia, invece, ho vinto con una delle mie migliori
prestazioni: sul traguardo pensavo di essere arrivato secondo ma ero già
contentissimo per come mi era riuscita la corsa. Poi ho scoperto di
aver vinto e sono stato ancora più felice. Se ho dato tutto arrivo a
casa contento. E poi riconosco il valore dell'avversario.
E con i tuoi compagni Scatenati?
Ci scambiamo opinioni, poi con il presidente Stefano Laghi ci
sentiamo molto al telefono. Siamo 5 o 6 che andiamo forte più o meno
uguale e ci teniamo a ben figurare tra di noi. Con loro mi trovo
benissimo anche perché riesco a fare le gare che mi interessano. Farei
fatica a subire imposizioni e per questo non sono andato da un'altra
parte.
In questa stagione stai raccogliendo quello che ti aspettavi?
Negli ultimi due anni ho partecipato a 39 corse e ne ho vinte 19. Mai
e poi mai avrei pensato a una cosa del genere. A volte mi chiedo "come
ho fatto a battere quello lì"? Quest'anno ho fatto due vittorie su due
gare (più il secondo posto di categoria alla Dieci Colli Bolognesi,
successivo all'intervista, nda) e sono contento di aver vinto la Cassani
perché si corre a Faenza e perché non l'avevo mai vinta.
Quali sono gli altri tuoi obiettivi principali per la stagione 2015?
Quest'anno nella mia categoria (Supergentlemen, nda) sono passati 3-4
granfondisti che sulla carta sono più forti di me. Per questo punto
alle 6h30' alla Nove colli e a ripetere il mio miglior tempo di 5h32'
alla Maratona delle Dolomiti, senza velleità di piazzamenti. Poi spero
in altre due o tre vittorie ma sono consapevole dei valori in campo.
La tua gara più bella, quella che ricordi come impresa o più volentieri?
Sono tre. L'emozione della vittoria alla Maratona (dles Dolomites,
nel 2012, nda) è unica. Poi la prima volta che ho vinto all'Aprica (il
medio della GF Giordana 2012, nda) su quelle salite mitiche: per uno
scalatore è incredibile. L'altra è la Faenza-Monte Busca, una gara in
linea che mio babbo aveva vinto e che anch'io dovevo vincere: nel 2014
ce l'ho fatta!
Dunque hai avuto un padre ciclista?
Sì, Bruno Magnani. Ha corso per un paio di stagioni nell'immediato
dopoguerra. Un anno partecipò a 18 gare vincendone 12, poi ha scelto il
lavoro. Probabilmente la passione per il ciclismo è nata anche grazie a
lui, che negli anni 70 mi caricava in macchina e mi portava a vedere le
corse.
Il momento più brutto, invece?
A parte le cadute, è stato la squalifica per doping (a fine 2012,
nda), un momento molto duro. Avevo qualche colpa che ho riconosciuto, ma
sono stato squalificato più per ignoranza che per altro: avevo una
ricetta di Bentelan ma non ho chiesto l'esenzione terapeutica perché non
conoscevo il regolamento. Il lato positivo della vicenda è che al
controllo si è visto che non prendevo tutta una serie di altre sostanze.
Fu un periodo molto brutto per gli insulti e per i problemi dal punto
di vista personale e anche in famiglia. Poi tutte le cose che hanno
detto le persone alle mie spalle, persino qualche amico. Negli ultimi
anni ho avuto la mia rivincita: ho corso di più e ho dimostrato cosa
valgo. Ma prima ero arrivato a non leggere più i siti di ciclismo per
paura di trovare insulti. Scrissi anche una lettera a GranfondoNews
dove spiegavo cosa era successo. Passare per drogato tutta la vita
perché hai preso una medicina mi sembra troppo. Io lo so cosa ho fatto,
ma nel nostro mondo purtroppo ci sono invidie e sospetti, è così. Ne ho
preso atto ma è stata dura da digerire. La mia fortuna è che la
squalifica fu di soli 6 mesi, perché se fosse durata un giorno in più
oggi non potrei correre. Ma quella macchia rimane.
Hai un sogno nel cassetto come ciclista?
Dopo questi due anni alla grande sono molto soddisfatto. Quello che
spero è di trovare la forza di staccarmi il numero dalla schiena quando
compirò 60 anni. Poi mi piacerebbe rivincere la Maratona, la Sportful o
la Oetztaler.
Informazioni:
Gli Scatenati - sito ufficiale
Ufficio Stampa Asd Scatenati
foto Ufficio Stampa Asd Scatenati
SportinRomagna è il top dell'informazione sportiva della Romagna e di San Marino dal 2010. News e approfondimenti in tempo reale. Nasce da un'idea di Feroli Comunicazione e rappresenta il naturale proseguimento del lavoro svolto con i siti ForliSport, CesenaSport, SportRimini e RavennaSport. I tifosi passano prima da noi!
Periodico giornaliero sportivo - Autorizzazione del Tribunale di Forlì - Registrato al n° 3309 della Cancelleria
Editore e Caporedattore: Simone Feroli
Direttore Responsabile: Roberto Feroli
Editore e Caporedattore: Simone Feroli
Direttore Responsabile: Roberto Feroli
Cerca nel blog
venerdì 8 maggio 2015
FO - Ciclismo, la rivincita di Valerio Magnani
Etichette:
asd scatenati,
ciclismo,
forlì,
forlisport,
speciale ciclismo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Ci riserviamo il diritto di non approvare o di cancellare i commenti che:
contengono linguaggio volgare, attacchi personali di qualsiasi tipo o commenti offensivi rivolti a qualsiasi gruppo etnico, politico o religioso;
contengono spam o link a siti esterni; sono palesemente fuori tema; promuovono attività illegali;
promuovono specifici prodotti, servizi o organizzazioni politiche;
infrangono il diritto d'autore e fanno uso non autorizzato di marchi registrati.