"Avevo un'idea prima ed è la stessa tutt'ora: la squadra non ha vissuto un periodo felice. Quando la squadra non ottiene il risultato si deprime - esordisce in conferenza stampa Firicano -: dal punto della condizione fisica siamo vivi. La rosa però è incompleta per infortuni e squalifiche". In casa Forlì le assenze sono ancora una volta numerose: out Catacchini e Docente per squalifica, mentre Leonardo e Tommaso Arrigoni nonché Jidayi sono ai box per infortunio. Si riaffaccia in squadra invece, dopo quasi sette mesi dall'infortunio, Capellini. Una freccia in più nella faretra del tecnico siciliano. Domani alle 14,30 sotto con la Lucchese. "Sono una squadra che non fa quasi più parte del gruppo che si gioca la salvezza - precisa Firicano -, hanno messo dentro 6/7 elementi e ora stanno facendo meglio. E' un avversario ostico, fare risultato contro di loro farebbe un enorme morale". Tre match all'orizzone attendono i biancorossi, ma Firicano non guarda troppo oltre. "Andiamo avanti una partita per volta. La Lucchese è favorita, ma non venderemo cara la pelle". Cosa serve al Forlì per diventare grande? "Credere molto di più in sé stessi - spiega -, più fiducia nei propri mezzi e in quelli del compagno e maggiore attenzione. Serve il senso di appartenenza da chi è qua da più tempo e dai giocatori più esperti come Scotti, Drudi, Docente e Melandri". Il Forlì di Firicano si discosterà da quello dei suoi predecessori. "Penso di fare quello che ritengo giusto senza guardare a quello che c'era prima". Infine, una battuta su Max Cejas. "Cejas? E' favorito - chiude - per giocare dal primo minuto".
Simone Feroli
foto SportinRomagna
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