Calcio: Una volta, quando non esistevano, gli sfoghi rimanevano in famiglia. O, al massimo, venivano soffiati al giornalista amico sotto forma anonima.
Ma da quando la mania dei social network è esplosa anche nel mondo dello sport, ecco che nulla è più come prima. Parole lanciate in pasto a tifosi, avversari ma anche ai giornalisti. Polemiche sbocciate per un tweet o notizie, più o meno innocenti, costruite sui 140 caratteri di Twitter o qualcuno in più a disposizione su Facebook.
Ed ecco che il Milan si è attrezzato - vedi anche quanto successo in passato con Mario Balotelli ed i suoi tweet -, regolamentando - qualcuno parla di censura - i tweet. Un regolamento interno che però non è esteso agli amici, alle compagne ed ai parenti dei dipendenti rossoneri, anche se a volte sono gli stessi congiunti dei calciatori a lanciare il sasso. Ecco i cinque punti:
1. Astenersi da giudizi su arbitri e scelte tecniche.
2. Non diffondere notizie interne, di calciomercato o di allenamento.
3. Tenersi lontani da commenti religiosi, politici, sessuali, razziali.
4. Prima di ritwittare, consultarsi col club.
5. Siete ambasciatori del Milan, sarebbe gradito che promuoveste i nostri canali on line ufficiali.
Anche altre società potrebbero prendere spunto da quanto messo in pratica dal Milan.
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