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giovedì 20 febbraio 2014

FO - RA Volley, parla il vicedirettore della Lega Volley di serie A

Volley: A Fabrizio Rossini, vicedirettore della Lega Pallavolo di serie A, abbiamo chiesto un parere sul campionato di serie A1 che sta disputando la Cmc Ravenna, sul "progetto di sostenibilità" meglio conosciuto come il blocco delle retrocessioni nel massimo campionato e sulla Softer Volley Forlì.

Cosa ne pensi della Cmc Ravenna? 
"Penso che stia facendo un campionato entusiasmante. E' difficile avere un pubblico così che sta rispondendo a mille. E' impressionante che la gente riempe il Pala De André. Le aspettative dirigenziali forse era più alte, ma la presenza di così tanto pubblico dimostra che la società sta lavorando bene.
Quello di Ravenna è un pubblico che non tradisce, aspetto fondamentale. In alcni campi i risultati sono migliori rispetto a quelli ottenuti dalla Cmc, ma non hanno la risposta di Ravenna. Forse le vicissitudini di mercato e gli infortuni non li hanno portati ai posti che meritavano. Latina, unica squadra italiana ancora impegnate nelle coppe europee in classifica ha due punti in meno di loro. La tradizione resta. Quella di Ravenna è un'avventura estremamente positiva".

Blocco delle retrocessioni: è utile?
"Questo è il secondo campionato con il progetto del blocco delle retrocessioni, messo in atto per creare stablità nelle società in un momento di crisi. Solo in serie A2 c'è stato il caso di Atripalda che ha chiuso in corso di campionato. Le critiche? Il problema è che l'approccio italiano allo sport si basa su modelli calcistici. Le critiche sono arrivate da persone che dicono che nello sport vale solo il merito. In realtà il merito è reale però c'è anche altro, anche se misteriosamente quando una squadra chiude non parlano di merito ma di sponsor. Al merito va affiancato anche altro. Le parole, poi, sono importanti: non si chiama blocco delle retrocessioni ma "progetto di sostenibilità". Il pubblico non è diminuito, nessuno sponsor se n'è andato perché dice che non c'è il merito e in più dal punto di vista televisivo gli ascolti sono più alti, all'estero abbiamo venduto ancora di più. Chi parla, parla di gusto personale e non di fatti oggettivi. Massimo Righi, il direttore della Lega Pallavolo,  cita spesso questo dato: è stata stilata una statistica di quanta rabbia c'è in campo, realizzata in base alle decisioni del giudice unico: lo scorso anno c'erano più cartellini dell'anno prima. Sono fatti oggettivi".

Forlì dopo due anni di B2 ora è nelle zone alte della classifica di serie B1: in tanti anni spesi tra A1 e A2, che ricordi hai della società del presidente Giovanni Gavelli? 
"A Forlì ho sempre trovato calore. Al di là delle vicissitudini societarie, le storie cambiano, anche la Panini Modena, considerata un po' come la Juventus della pallavolo, ha avuto problemi, ci sono alti e bassi e cambi societari ma la storia rimane. Quando abbiamo portato a Forlì una cosa difficile come Volleyland che ha toccato pochi posti, Forlì e Milano, la città di Forlì ha risposto beneissimo.
Al di là degli sforzi, quello credo che sia stato un grande segnale, Forlì si è dimostrata la culla della pallavolo nazionale, il terreno c'è. Fare la serie A non è obbligatorio e non è facile. Non è  mai facile per nessuno e credo che gli sforzi fatti in passato siano davvero encomiabili".

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