Il Forlì nel giro di ventiquattro ore infatti ha diramato due note ufficiali, una delle quali a firma del presidente Romano Conficconi e ne ha parlato in conferenza stampa. Nella prima nota sostanzialmente si dichiarava che il Cda del club non aveva intenzione di cedere le proprie quote, che non erano arrivate offerte e che gli eventuali acquirenti avrebbero dovuto fornire credenziali morali ed economiche.
L'intervento del patron biancorosso invece era stato più duro: "Quando si fa una manifestazione di interesse, occorre sapere che la stessa va inoltrata seguendo regole codificate, che sono il rispetto della riservatezza, della trasparenza e la doverosa offerta di garanzie di ogni tipo. Quando queste regole non vengono rispettate, chi manifesta interesse corre il rischio di essere considerato non credibile e soltanto alla ricerca di visibilità". Era poi intervenuto anche il direttore generale del Forlì, Lorenzo Pedroni: "Questa fantomatica offerta è in sostanza un fax non ufficiale, nel quale è scritto che alcuni imprenditori starebbero seguendo le vicende sportive del Forlì calcio, senza specificare di dove siano e che cosa avessero intenzione di comunicarci, anche perché la email di riferimento di tale fax è errata. Non abbiamo intenzione di vendere ma, nel caso qualcuno, come già accaduto negli ultimi mesi, si proponesse come partner non saremmo assolutamente sordi. Noi il Forlì ce lo teniamo stretto e ne stiamo pianificando il futuro".
I dirigenti della multinazionale P&G interessati all'ingresso in società e lo stesso Mario Adinolfi hanno sì mandato un fax che conteneva una manifestazione di interesse rivolta a chi volesse cedere le proprie quote. Un fax arrivato, pare, su richiesta proprio della società biancorossa. Come andrà a finire? Pare che Mario Adinolfi non sia rimasto particolarmente soddisfatto - per usare un eufemismo - del trattamento...
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