Turno infrasettimanale amarissimo per la Fulgor Forlì. Ieri sera è scesa in campo per affrontare la Manital Torino, in quella che si preannunciava come una sfida impari: i piemontesi veleggiano nelle zone alte della classifica, i biancorossi inchiodati al penultimo posto.
Al momento la strategia che porta alla salvezza impone di vincere quante più possibili partite in casa fra Torino, Verona, Imola, Casale, Biella e Brescia, lasciando alle trasferte il compito di stupirci, magari con un paio di incursioni piratesche con relativo bottino (leggi Ferentino ma soprattutto Trieste). Ma la partita a cui abbiamo assistito ieri ha mostrato fin dall'inizio una squadra forte, completa, costruita per vincere (anche se non lo fanno sempre..): centimetri, peso, talento e una fastidiosissima propensione alla "gigionata"; va bene essere consapevoli della propria forza e del fatto che la squadra che hai di fronte è in zona retrocessione ma questo non giustifica un atteggiamento quasi sempre volto alla ricerca del numero fine a se stesso...
Di contro Forlì, corta, cortissima, anche troppo: perchè Mascherpa non è stato utilizzato? Il solito Cain a fare pentole e coperchi non basta più, se giochi metà partita con gli stessi giocatori arrivi alla fine cotto, senza fiato nei polmoni e senza la dovuta lucidità proprio quando servirebbe invece ragionare più che mai. Praticamente Torino ha condotto buona parte dell'incontro, che si è infiammato alla fine del terzo quarto al suono del ruggito del Palacredito, infuriato per un paio di chiamate arbitrali che hanno causato la reazione della panchina, con conseguente attribuzione di ben 2 falli tecnici consecutivi. Forlì ha reagito di cuore e grinta, arrivando al +2 ma proprio ciò ha determinato il crollo fisico dei 5 (solo 5) che hanno affrontato praticamente tutto il resto della partita senza rifiatare. La Manital ha portato a casa i due punti e, considerando la contemporanea clamorosa vittoria di Jesi contro Brescia all'overtime (con Santiangeli che fa 15 su 15 ai tiri liberi, decisamente serata di grazia!) , uscendo dal Palacredito resta la sensazione che con un paio di innesti di discreto livello in panchina i discorsi sarebbero ben più ottimistici: ma questa purtroppo è un'altra, vecchia storia..
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